“Miklós Bánffy de Losoncz (1873-1950) è un’interessante figura della politica ungherese a cavallo fra due secoli e, in particolare nel periodo fra due guerre mondiali in cui sull’Europa centro-orientale si muovono opposti interessi per il sovvertimento dei regimi politici esistenti. Nobile ungherese, politico liberal-conservatore, romanziere, storico, Bánffy svolge un ruolo non secondario nella politica, nella diplomazia e nella cultura dell’Ungheria” (Biagini).
“I principali personaggi di Miklós Bánffy, tutti appartenenti alla cima della piramide della ricchezza e del potere, erano parte di un sistema di vita abitudinario, il cui ideale poteva eventualmente essere riassunto dal titolo di un celebre quadro di Matisse del 1904; “Luxe, calme et volupté”. Intorno a loro si estende la tessitura dei racconti delle “vite parallele”, che non hanno niente dell’antico eroismo plutarchiano. I percorsi di vita di questi personaggi s’incrociano nel romanzo con quelle di personaggi di altri ceti sociali, i cui caratteri e comportamenti sono presentati con notevole capacità, mettendo in evidenza l’autenticità dei singoli” (Arbore Popescu).
“La Transilvania, chiamata Erdély dagli ungheresi, Siebenbürgen dai tedeschi e Ardeal dai romeni, la regione che si estende “al di là delle foreste” nella parte orientale del bacino dei Carpazi, ha riunito in sé il destino di tre comunità nazionali: l’ungherese, la romena e la tedesca. Multietnica, multireligiosa, multinazionale, la Transilvania è quel mondo caratterizzato da tradizioni, costumi, tolleranza religiosa e natura incontaminata: la migliore testimonianza di quella realtà storica rimane l’opera e la vita di Miklós Bánffy” (Carteny).
Grigore Arbore Popescu, scrittore e critico d’arte. Ex senior scientist del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Ha insegnato in varie università storia della cultura europea, storia dell’arte moderna e storia dell’architettura. Ha pubblicato libri su argomenti che vanno dal Rinascimento ai tempi moderni e saggi sulla contemporaneità. Già direttore dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.
Andrea Carteny insegna storia delle relazioni internazionali e storia dei nazionalismi e delle identità presso l’Università La Sapienza di Roma. Già direttore del Centro di ricerca CEMAS, dirige la Rivista di Studi Ungheresi e si occupa di nazionalismi e minoranze nazionali nel bacino dei Carpazi, di cultura ungherese, romena e in particolare transilvana.