Nel 1907 lo scrittore ungherese Ferenc Molnár pubblicava “I ragazzi della via Pál” (A Pál utcai fiúk), un romanzo destinato a diventare uno dei capisaldi della letteratura per ragazzi e un classico universale capace di parlare a ogni generazione. Ambientato nella Budapest di fine Ottocento, il libro racconta le avventure di un gruppo di ragazzi che combattono per difendere il loro piccolo mondo: un pezzo di terra desolata in via Pál, uno spazio vuoto che rappresenta per loro la libertà, il gioco e l’appartenenza. È una storia che tocca corde profonde, narrando il valore dell’amicizia, il senso di responsabilità e il sacrificio, in un’età sospesa tra l’infanzia e l’ingresso nella realtà degli adulti.

Il cuore pulsante del romanzo è la guerra simbolica tra i ragazzi della via Pál e i loro rivali, le “camicie rosse”, guidate dal carismatico Feri Áts. Le battaglie, combattute con rigore e onore quasi cavallereschi, sono in realtà lo specchio delle dinamiche sociali di un mondo che sta cambiando. Lo “spazio vuoto” della via Pál non è solo un terreno, ma un simbolo di ciò che è più caro: un luogo che diventa patria, rifugio e identità per chi non ha altro.

Personaggi come Boka, il saggio e coraggioso leader, o Nemecsek, il piccolo eroe fragile e umile, si sono impressi nella memoria collettiva grazie alla loro autenticità. Nemecsek, in particolare, incarna la figura del sacrificio puro: il più debole del gruppo che si dimostra il più forte, affrontando freddo, malattia e umiliazioni pur di difendere ciò in cui crede. La sua morte, struggente e ingiusta, non è solo la fine di un gioco d’infanzia, ma il risveglio di un gruppo di ragazzi che scoprono, troppo presto, la durezza della vita adulta.

Molnár dipinge un mondo in cui i giochi dei bambini hanno il rigore e l’intensità della realtà. Le loro regole, codici e gerarchie sono serissime e inviolabili, ma in esse si nasconde una critica alla società stessa. Le vicende dei ragazzi della via Pál diventano un microcosmo perfetto per esplorare temi universali come il coraggio, il tradimento e la lealtà. Non è un caso che il romanzo, seppur nato come letteratura per ragazzi, sia stato amato anche dagli adulti: la capacità di Molnár di combinare avventura e tragedia, spensieratezza e malinconia, rende questa storia immortale.

Il successo del romanzo fu immediato e travolgente. Tradotto in moltissime lingue, “I ragazzi della via Pál” divenne un riferimento della narrativa mondiale. In Italia, il libro ebbe un’accoglienza straordinaria, grazie anche alle prime traduzioni curate negli anni Trenta, che ne diffusero il messaggio in un periodo storico segnato da altre battaglie e sacrifici. Molti lettori si ritrovarono nei piccoli eroi di Budapest, così veri e umani da sembrare compagni di giochi mai dimenticati.

L’opera di Molnár conserva un’attualità sorprendente. In un mondo in cui l’infanzia è spesso ridotta a una fase di passaggio frettolosa, i ragazzi della via Pál ci ricordano l’importanza di avere un luogo da difendere, una causa in cui credere e amici con cui condividere il cammino. La loro storia è un richiamo alla purezza delle emozioni e al valore del sacrificio, una lettura che continua a commuovere e a far riflettere su ciò che davvero conta.

Scheda del volume:

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Immagine di copertina: dal film “I ragazzi della via Pal”, 1969.

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Collana Il Disoriente

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